Il Qi Gong e Taiji Quan spesso sono pratiche associate negli allenamenti, perché entrambe si concentrano sulla percezione e sullo sviluppo dell’Energia, prendendo i loro principi dalla Medicina Tradizionale Cinese. Tuttavia la loro ricerca ha delle differenze importanti.
Il Qi Gong ricerca il riallineamento generale dello/a praticante, nella concezione che l’aspetto fisico, emotivo, cognitivo, etico ed energetico siano connessi tra loro. Attraverso i movimenti infatti, si attivano tutte le sfere della nostra persona, nella prospettiva di una rinnovata e sempre più completa coscienza del sé.
L’obiettivo della disciplina è la riprogrammazione del proprio funzionamento, donando vigore e vitalità, ovvero forza, resistenza, elasticità, equilibrio e determinazione. In particolare, il percorso aiuta a individuare i “blocchi” che ognuno/a porta dentro sé e che alterano il nostro funzionamento e il fluire libero dell’Energia. La traduzione del termine in fatti è “Lavoro con l’Energia”.
Il Taiji Quan è un’arte marziale raccoglie i frutti della pratica sopra descritta e ne affina il funzionamento con l’ambiente e le persone esterni. La sua pratica è favorita della presenza di compagni/e che offrono l’occasione per un ingaggio, nell’ottica di sperimentare il proprio funzionamento. Il percorso aiuta a mantenere la propria struttura, il proprio centro, anche di fronte a eventi che ne potrebbero compromettere l’equilibrio. È un’arte marziale proprio per questo, perché sviluppa la capacità di gestire gli stimoli che ci raggiungono da fuori.
La pratica invita anche a un cammino interiore, in realtà imprescindibile da quello esterno, verso l’intuizione dei principi taoisti di equilibrio e armonia. Infatti, il nome è traducibile con “Pugno del Principio Supremo”, dove principio supremo è il moto originario di formazione dell’universo, quel moto che ha dato origine alla realtà, secondo principi di equilibrio e armonia, nel completo rispetto di ogni forma del creato.